venerdì 3 febbraio 2012

"L'ironia" del Centro Sport Palladio



Sicuramente gli ideatori della campagna pubblicitaria del Centro Sport Palladio hanno raggiunto l'obiettivo di far parlare di sè. E' vero che una legge del marketing dice che "non importa che se ne parli male o bene, l'importante è che se ne parli", però in questo caso si è cascati nel cattivo gusto e si trasmette un'idea di sport e di palestra legata esclusivamente all'aspetto estetico da una parte e dall'altra si mettono insieme tutti i peggiori stereotipi in un colpo solo. Ricapitoliamo velocemente. Nelle settimane scorse esce una pubblicità murale per la città di Vicenza che raffigura l'uomo che trovate nell'immagine in cima a questo articolo con la scritta "io non ci vado ahaha". Il sito "vicenza.com" il 20 gennaio pubblica un articolo dove si sostiene che in città non si parla d'altro. Peccato che questo sito sia un "prodotto" della stessa agenzia pubblicitaria che ha creato il manifesto. Pochi giorni fa esce la seconda parte della pubblicità che vede sulla parte destra una bella,giovane, atletica, magra ragazza sorridente fare una flessione e sopra la scritta "e si vede. Centro Sport Palladio. Noi sì".



I motivi che ci hanno spinto a rispondere a questa pubblicità sono abbastanza intuitivi. Prima di tutto la raffigurazione del trasandato, dell'emarginato utilizza gli stereotipi classici: pelle scura, occhi spiritati da "drogato", eleganza cafona, scarso igiene orale. Anche l'esempio positivo in contrapposizione è chiaramente una donna giovane, bianca, magra, in perfetta forma fisica. Altra conseguenza dell'immagine è che al Centro Sport Palladio ci vanno i "belli", mentre i "brutti" o "poveri" o "stranieri" no.
Il problema di fondo, oltre ad essere l'accessibilità senza discriminazioni allo sport, è che questa pubblicità esprime ed è in linea con un'idea di fitness e benessere individuale molto diffusa nel mondo delle palestre che va a coincidere esclusivamente con l'aspetto fisico. Mentre nella moda lentamente si cominciano a vedere campagne pubblicitarie contro l'anoressia, qui siamo molto indietro, soprattutto perché lo sport è l'occasione principale per superare i propri limiti o difetti. La cura del proprio corpo, uno stile di vita sano, insomma il benessere sono aspetti fondamentali di una persona. Il problema è che troppe volte non è accessibile per questioni economiche o "razziali" e soprattutto non coincide con i canoni di "amici", "Grande Fratello" o minchiate simili. Pensate come nelle scuole di danza le bambine vengono messe in fila seminude e valutate e giudicate per il proprio aspetto fisico.

Quello che ci fa più riflettere è il tentativo di difesa e gestione operato dal Centro Sport Palladio di fronte al cartellone pubblicitario. Ad esempio quando scrive che nell'immagine è rappresentata "una normalissima ragazza". Normalissima?!?! Ma non si rendono conto ad esempio dei problemi di tante ragazze adolescenti nell'accettare sé stesse proprio perché devono assomigliare a quella "normalissima ragazza"?
Infine, noi siamo sempre i soliti perbenisti, moralisti, seri, perché non abbiamo capito "l'ironia" o il "senso dell'humour" necessario per far presa. Insomma rappresentare il "brutto" come un immigrato poco curato e sotto effetto di sostanze stupefacenti non è più razzista, ma è "ironico". La stessa "ironia" del coro "Non ci sono negri italiani" all'indirizzo di Balotelli o del lancio di banane nei confronti dei giocatori africani negli stadi...

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