martedì 7 febbraio 2012

Campagna "Gioco anch'io"

Dalla due giorni di Ancona si è deciso di partire con una raccolta firme/adesione da rivolgere nei confronti del Coni e delle federazioni sportive per togliere tutte quelle norme che limitano la possibilità ai migranti e ai loro figli nati in Italia di poter giocare o praticare sport a livello agonistico. Questo è il testo completo dell'appello con tanto di primi firmatari. Per il momento chi volesse firmarlo sia individualmente o come associazione/società sportiva può farlo inviando una mail a polisportivaindependiente@yahoo.it oppure firmare l'appello al Bocciodromo.

RACCOLTA FIRME GIOCO ANCH'IO

Siamo palestre, polisportive, semplici amatori, atleti, associazioni: quello che ci unisce è la pratica dello sport come esperienza che offre possibilità di integrazione ed affermazione di diritti, da vivere come bene comune.
In questi anni a partire dalle nostre esperienze differenti per luogo, forma e storia, abbiamo visto come lo sport possa diventare veicolo di relazioni, occasione di incontro e scambio, in molti quartieri e territori, anche difficili.
La pratica sportiva è una grande occasione per dare senso e valore all’aggregazione sociale, all’integrazione di chi troppo spesso perché straniero o diverso viene escluso.
Praticare sport è un diritto e come tale deve essere riconosciuto ai migranti, senza pre-condizioni, perché tutti possano esercitare pienamente i diritti di cittadinanza in questa società.
Cinque milioni di cittadini stranieri regolari, un numero indefinito di persone presenti senza un regolare titolo, innumerevoli storie, progetti di vita, ambizioni sono il segno di una società mutata.
Nonostante questo, ancora, in questo paese una miriade di leggi, regolamenti, requisiti, si trasformano in barriere, propongono esclusione, producono discriminazione, consegnando ai nostri occhi una società incapace di raccogliere ed affrontare le sfide del presente. Basti pensare alla normativa sulla cittadinanza, che ancora esclude i nati in Italia costringendoli a vivere da “stranieri” nel paese in cui sono nati.
Anche dal mondo dello sport noi vogliamo contribuire alla conquista per tutti di una cittadinanza piena e completa.
La situazione attuale vede la stessa legislazione sportiva, peraltro differente federazione per federazione, configurata in maniera tale da contenere diverse barriere e restrizioni per chi è straniero; esistono infatti limitazioni legali e amministrative per la partecipazione dei non italiani nell’attività sportiva sia a livello professionistico che dilettantistico.
Un caso emblematico è quello del mondo del calcio, in particolare dilettantistico, dove chi ha voglia di giocare trova mille ostacoli, dovendo presentare una copiosa documentazione come ad esempio la residenza pregressa di un anno, il permesso di soggiorno che deve valere fino al termine della stagione, senza contare il limite di tesseramento nelle squadre per chi ha già giocato nel paese d'origine.
Noi crediamo fermamente nel diritto universale di accesso allo sport (per altro sancito a livello europeo dal trattato di Lisbona e a livello internazionale dalla Convenzione dei diritti dell’uomo e del fanciullo) come piena possibilità di realizzazione della persona, basata sulla socializzazione, l'auto-affermazione, il benessere fisico e psichico, la partecipazione e la cultura.
Questi sono elementi indispensabili per la promozione e l’emancipazione dell’individuo all’interno dei gruppi e delle comunità entro cui si trova, che dovrebbero essere universalmente garantiti alla persona, indipendentemente dalla sua appartenenza o colore della pelle.
Dare cittadinanza ai migranti ed ai loro figli nello sport è per noi una battaglia di civiltà oramai indispensabile in questo paese.
Ci sembra importante che vengano eliminati dai regolamenti sportivi nazionali le norme che ostacolano la partecipazione di migranti e di persone con background migratorio.
Per questo chiediamo al Coni e alle Federazioni Sportive le revisioni dei regolamenti al fine di consentire il diritto allo sport a tutti, nessuno escluso!
In particolare per il calcio agonistico chiediamo che tutti gli stranieri siano equiparati, secondo la normativa antidiscriminatoria, ai giovani italiani e non debbano subire iter burocratici pesanti e trattamenti diversi dai loro coetanei.

Primi firmatari
Polisportiva Antirazzista Assata Shakur Ancona; Polisportiva San Precario Padova; Polisportiva Independiente Vicenza; ASD Boxe Popolare Cosenza; Polisportiva Antirazzista La Paz Parma; Polisportiva Uppercut Alessandria; Comitato Balon Mundial Torino; Palestra Popolare Valerio Verbano Roma; Palestra Popolare Mustaki Taranto; Palestra Popolare TPO Bologna; HSL Football Club Bologna; ASD Equipo Popular Napoli; Palestra Popolare Rebelde Fabriano

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