Comunicato dell’associazione
SportallaRovescia per l’inaugurazione del Campo Sportivo Autogestito
Clément Meric a Rimini inviato alle reti antifasciste francesi in
occasione del fine settimana di mobilitazione contro la violenza
dell'esrema destra in Francia
Siamo
un gruppo di polisportive, palestre e sportivi che nascono dalle
esperienze dei centri sociali raccolte nell'associazione
SportallaRovescia. Abbiamo come valori di riferimento la pratica
sportiva come inclusione, conquista dei diritti e l'antifascismo e
l'antirazzismo. Per questo abbiamo appoggiato l'iniziativa dei
compagni dell' Autside Socialfootball di rimini quando ha occupato e
rimesso a nuovo un campo sportivo lasciato all'abbandono: erano i
giorni dell'assassinio di Clement e abbiamo inaugurato così il
"Campo Sportivo Autogestito Clément Meric" con
l'affissione di una targa dedicata al giovane antifascista e
antirazzista francese ucciso il 5 giugno da un gruppo di naziskin a
Parigi.
Abbiamo
voluto idealmente collegare le lotte e le manifestazioni francesi
contro questo efferato delitto alle istanze di chi come noi, insieme
ad altre realtà in rete grazie al progetto "Sport
allarovescia", si batte per uno sport e un calcio accessibile a
tutti e a tutte ma soprattutto uno sport capace di produrre relazioni
e percorsi in cui l'antirazzismo sia una pratica diffusa, condivisa e
partecipata. Mentre la crisi produce deserto sociale e falsi
stereotipi, noi continuiamo a produrre il comune e a respingere dal
basso xenofobia e intolleranza a partire dal calcio.
Con
Clément nel cuore!
More info: www.sportallarovescia.it - http://autsiderimini.blogspot.it/
Siamo
così sicuri che quello che abbiamo visto e praticato a Vicenza durante
il "Gioco Anch'io Meeting" sia "Sport alla Rovescia"? Tre giorni di
tornei non competitivi di calcio con squadre multietniche in cui
l'arbitro fischia solo la fine dei tempi di gioco; incontri di Muay
Thai, dove al gong, dopo essersi affrontati senza esclusione di colpi,
gli atleti si abbracciano con rispetto a prescindere dal risultato;
sfide Italia-Pakistan a Badminton; e poi Parkour, Karate, animazioni per
bambini, Capoeira e in conclusione tutti a cimentarsi in danze
popolari rumene, serbe e turche durante l'Uisp Vicenza Day.
Non è forse il Coni o le Federazioni ad essere "storte" o "andare al contrario"?
E' un dubbio che sorge legittimo ad esempio quando ti senti dire che il
Coni fino al 1999 nel suo statuto aveva scritto come finalità "la
purezza della razza". Forse però bisogna partire chiarendo cosa si
intende per "sport". Andrea Zorzi, nel contributo video che ha aperto la
tre giorni di meeting, è stato chiaro:" In Italia ormai il concetto di
sport viene associato a quello professionistico, ma è molto di più e ha
un'importante valenza sociale. Il signore, che alla mattina si alza e va
a fare una passeggiata, non viene considerato uno sportivo." In sintesi
manca una cultura sportiva nel nostro paese e questo concetto è emerso
più volte durante i vari dibattiti. Forse ciò è un problema più ampio
che non riguarda solo il Coni.
Basta
fare un confronto tra i giornali sportivi italiani e quelli finlandesi.
In quelli del paese nordico viene dedicato lo stesso numero di pagine
allo sport amatoriale e a quello professionistico, in quelli italiani si
parla quasi esclusivamente di Juve, Milan ed Inter. In Finlandia il 96%
della popolazione pratica sport, il 55% degli italiani dichiara di non
farlo mai. I dati statistici europei presentati dal Professore
dell'Università di Cassino, Antonio Borgogni, mettono in evidenza due
questioni: i paesi con più sportivi hanno anche indici di sviluppo umano
e welfare più alti e sono contemporaneamente quelli che hanno una legge
quadro sullo sport e c'è il diritto all'accesso per tutti. Se vi
diciamo che in Italia manca una legge quadro e ci sono forti
discriminazioni nella pratica sportiva, in che posizione si trova il
nostro paese in questa classifica?
La risposta la potete facilmente immaginare...
Ecco, L'accessibilità, altro tema portante del meeting. " E'
inconcepibile che un bambino di 6 anni nato e cresciuto in Italia da
genitori stranieri per giocare a calcio debba presentare la
dichiarazione della federazione del paese d'origine dei genitori che
attesta che non ha mai giocato all'estero". E' apprezzabile questa presa
di posizione del presidente della Figc Veneto, Giuseppe Ruzza, ma
purtroppo risulta essere solo un'anomalia in un contesto dove, ad
esempio, la Liberi Nantes, squadra composta interamente da rifugiati,
gioca a Roma nel campionato FIGC di Terza Categoria ma "fuori
classifica": i 61 punti e il secondo posto conquistati "sul campo" non
vengono formalmente riconosciuti. Qualcosa lentamente si sta muovendo
come emerge da "Melting Sport", l'osservatorio giuridico contro le
discriminazioni sportive curato dall'Avvocato Nicola Saccon.
Cominciano
infatti ad esserci le prime sentenze che danno ragione agli atleti
discriminati dai regolamenti che non sono più al passo con i cambiamenti
della nostra società. Però ciò non basta.
L'impressione
al termine del meeting è che c'è ancora molta strada da percorrere e il
percorso è ricco di ostacoli come una 3000 siepi. Superare un primo
ostacolo sarebbe cancellare gli articoli del regolamento Figc che
limitano l'accesso ai migranti alla pratica sportiva come chiede da un
anno l'appello "Gioco Anch'io". Sarebbe già un buon punto di partenza,
ma non di arrivo, se vogliamo vincere la medaglia d'oro della
cittadinanza e dei diritti.