venerdì 10 dicembre 2010

Il potere discrezionale del CASMS..

Continuano nel nostro blog gli approfondimenti sulla Tessera del Tifoso e dintorni. Lo facciamo perchè lo stadio negli ultimi quindici anni è diventato un laboratorio per la sperimentazione di politiche di repressione e di controllo sociale, da estendere poi anche al resto della società. Emblematico ed azzeccatissimo uno striscione esposto negli anni scorsi in molte curve italiane: "Leggi speciali? Oggi per gli ultrà, domani per tutta la città". Esempio a dimostrazione di ciò è stata la sperimentazione negli stadi dei lacrimogeni Cs poi utilizzati a Genova durante il G8. Troppe volte poi le gradinate sono state delle palestre a cielo aperto per allenare i celerini a massacrare di botte le persone. E' vero che in alcuni casi i comportamenti di alcune tifoserie sono difficilmente difendibili, ma analizzare, denunciare, contestare e tentare di bloccare queste leggi non deve essere una battaglia solo degli ultras e non significa assolutamente mobilitarsi per garantir loro la possibilità di menarsi, saccheggiare autogrill o città impuniti.  Opporsi alla diffida, all'arresto in flagranza differita, alla Tessera del Tifoso è necessario per difendere la libertà e i diritti di tutti. Se questi provvedimenti diventano la normalità allo stadio, verranno poi estesi al resto della società e agli altri terreni di conflitto sociale.
Oggi vogliamo parlare del CASMS, ossia l'Osservatorio nazionale sulle Manifestazioni Sportive. E' un organo collegiale dipendente dal Ministero dell'Interno, che vede come membri rappresentanti del ministero, delle forze dell'ordine, della Figc, delle Ferrovie dello Stato e di Autogrill. Dovrebbe essere quindi composto in teoria da esperti per quanto riguarda la gestione dell'ordine pubblico legato alle manifestazioni sportive e per quanto riguarda il fenomeno delle tifoserie organizzate. Nella pratica l'azione del CASMS si traduce nel vietare trasferte, chiudere i settori ospiti, attuare limitazioni nella vendita dei biglietti nei casi in cui ci siano partite ritenute a rischio.

Questo potere discrezionale viola pesantemente la libertà di movimento delle persone. Di fatto ogni domenica vengono create delle "zone rosse", in cui a determinati cittadini è vietato l'accesso, perchè residenti nella regione, nella provincia o a volte nel comune di appartenenza della squadra ospite. Facciamo un esempio concreto: per la partita Vicenza-Padova è stata vietata la vendita dei biglietti ai residenti nella provincia di Padova. Ci troviamo di fronte a un provvedimento volto in teoria ad impedire ai tifosi del Padova di venire in trasferta, perchè la loro presenza potrebbe causare incidenti e problemi di ordine pubblico. A parte il fatto che l'incapacità delle forze dell'ordine di gestire un evento pubblico non può tradursi in una limitazione dei diritti dei cittadini, in questo modo si è impedito ai numerosi tifosi vicentini residenti a San Piero in Gu, Carmignano e nell'alta Padovana di poter assistere alla partita del Vicenza ed invece i tifosi del Padova residenti per svariati motivi residenti in provincia di Vicenza, Treviso o Venezia avevano libero accesso allo stadio.
Altro esempio: per impedire la presenza dei tifosi ascolani durante la partita Vicenza-Ascoli il Casms ha disposto la vendita dei biglietti solo per i residenti in Veneto. E' successo che dei tifosi del Pescara, gemellati dei vicentini, non hanno potuto accedere allo stadio, perchè non residenti in Veneto. E i tifosi del Vicenza residenti fuori regione? Ovviamente discriminati anche loro.
Oltre alla limitazione dei diritti e ai paradossi pratici creati e citati sopra, molte volte le decisioni del Casms sfiorano il ridicolo e sembrano prese da gente che non conosce assolutamente il mondo delle tifoserie organizzate. Sono state vietate trasferte a tifoserie gemellate da anni come nei casi di Parma-Sampdoria, Lazio-Inter, Milan-Brescia oppure vengono introdotte limitazioni per partite di Eccellenza o Prima Categoria e poi "Ivan Tronchesin" e la tifoseria serba si prendono gioco delle forze dell'ordine a Marassi in mondovisione.
E' evidente che il potere discrezionale ed insindacabile dell'Osservatorio non è finalizzato alla prevenzione della violenza negli stadi, ma viene utilizzato per punire e "farla pagare" alle tifoserie che non "si piegano", non accettano compromessi con le questure, che mantengono la loro dignità e lottano per i loro diritti.
Il fatto che i possessori della Tessera del Tifoso siano esenti da tutte queste limitazioni (cosa tra l'altro non sempre vera come nel caso di Genoa-Milan dell'anno scorso) aumenta l'aspetto ricattatorio di questa politica repressiva. Altro aspetto da menzionare è che tutte queste trasferte vietate diventano un regalo a Sky e a Mediaset Premium, che si vedono pontenzialmente aumentare la clientela. Se da una parte sicuramente molta gente, impossibilitata ad andare allo stadio, guarderà la partita in Tv, è altrettanto vero che molta altra si sta stancando di tutto questo calcio come dimostrano gli striscioni contro lo sciopero dei calciatori apparsi negli stadi italiani la settimana scorsa. 

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