domenica 19 dicembre 2010

Daspo anche per i cortei? Te pareva....

L'avevamo scritto già su questo blog pochi giorni fa e purtroppo le dichiarazioni di Mantovano e Maroni sull'estensione del Daspo anche alle manifestazioni di piazza confermano come lo stadio sia un laboratorio di tecniche repressive poi esportabili al resto della società. La proposta di estendere il Daspo anche alle manifestazioni di piazza è una vergogna per la democrazia ed è una grave violazione del diritto di manifestare e della libertà personale.
Proviamo a spiegare per i non frequentatori di stadi il perchè. Il Daspo, ossia il divieto di accesso alle manifestazioni sportive, è un provvedimento amministrativo, emesso dal Questore, che provoca la limitazione della libertà personale di un individuo. Viene in un secondo momento confermato da un giudice. Può durare da un minimo di un anno a un massimo di cinque e può prevedere l'obbligo di firma in Questura ogni volta che la squadra del diffidato gioca. In seguito agli ultimi decreti antiviolenza negli stadi, il Daspo non deve avere come prerequisito una denuncia penale, quindi il Questore, anche in assenza di presunti comportamenti violenti, può decidere di allontanare una persona perchè "considerata" violenta. E' facile immaginare le conseguenze pratiche: i soggetti scomodi possono essere allontanati dalla piazza, anche se non hanno commesso nessun reato, su totale discrezione del Questore e della Digos.
In caso di abuso è vero che è possibile ricorrere legalmente attraverso un ricorso al Tar, ma in realtà come hanno dimostrato moltissimi casi è solo una tutela "sulla carta". Prima di tutto perchè un ricorso al Tar è costoso, poi perchè molto spesso i tempi di un ricorso al Tar sono molto più lunghi della durata del Daspo. Sono poi successi casi di ultras, a cui è rimasto il Daspo, nonostante siano stati assolti in tribunale per gli stessi reati che avevano causato la diffida.
Oltre alla discrezionalità di questo provvedimento, l'altro grosso problema è che causa una, seppur temporanea, limitazione della libertà personale per cause amministrative. Facciamo un esempio: una persona tifosa del Vicenza viene diffidata con obbligo di firma in Questura ogni volta che gioca il Vicenza. Cosa vuol dire questo? Il Vicenza gioca un'inutile amichevole estiva ad agosto? Bene, il tifoso deve recarsi in Questura a firmare. Il tifoso diffidato vuole andare a fare una gita con la famiglia un sabato? No, non può, perchè deve andare a firmare in Questura. Provate ad immaginare cosa vorrebbe dire applicare questo modello alle manifestazioni di piazza. In Italia ci sono manifestazioni, sit-in, presidi, gazebi praticamente ogni giorno ad ogni ora, il manifestante diffidato di conseguenza dovrebbe passare tutti i suoi giorni in Questura. E' una follia pensare di esportare il Daspo alla piazza, che necessita la mobilitazione immediata di chiunque si consideri democratico. Magari potrebbe essere l'occasione non solo di respingere l'estensione di questo provvedimento, ma anche di cancellarlo dagli stadi e porre così fine a ormai 20 anni di abusi di potere delle Questure nei confronti degli ultras.   

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