sabato 26 febbraio 2011

Stanga Poll. Verde-Independiente 0-3

L'Independiente ritorna alla vittoria, espugnando per 3-0 il campo della Stanga Pollice Verde in quel di laghetto. Campo grande e gradinate ispirano sia la squadra che la tifoseria, ieri sera decisamente numerosa e chiassosa.
L'illuminazione dei riflettori non permetteva una chiara visione della partita dagli spalti quindi questa cronaca è un po' deficitaria. L'Independiente ha condotto la partita e ha provato in più occasioni con le incursioni di Matia, Dennis e Piero di andare a rete. Sugli sviluppi di un'azione di attacco in aria, dopo un primo tentativo di Jack, Piero al volo sblocca il risultato. La partita è in discesa, ma memori della partita d'andata e di quella della settimana scorsa, la squadra cerca subito il raddoppio per chiudere la partita e puntualmente arriva con il secondo gol di Piero. Nella ripresa la partita scorre via tranquilla e c'è pure il tempo per il primo gol stagionale di Gabriel. Finisce 3-0 e ora tutti a Bertesinella!!!

I giocatori della Pro Patria occupano lo stadio

Come  in una fabbrica occupata con gli operai a difesa del posto di lavoro; la vertenza questa volta però si svolge in uno stadio e ha come protagonisti dei calciatori. Sono i giocatori della Pro Patria, squadra al secondo posto nel campionato di seconda divisione (la ex C2),che, dopo l’allenamento , hanno occupato lo stadio«Speroni», decisi a restare fino a quando qualcuno non darà loro uno stipendio e certezze per il futuro.
L’allenatore Raffaele Novelli guida il gruppo in campo e nella protesta. Ha già denunciato l’amministratore unico per appropriazione indebita, e si preoccupa di trovare da dormire a ragazzi ; “ infatti per alcuni di loro è un’occupazione simbolica – racconta -, mentre per altri si tratta davvero di trovare un posto dove andare a dormire”. Ci sono sei giocatori sfrattati da casa e otto lo saranno tra qualche giorno. Per i giocatori è sempre più dura; il mediano, un  brasiliano, è stato sfrattato e ora dorme nella casa  di un giornalista locale che segue e sostiene la squadra. Negli spogliatoi hanno posizionato una decina di brandine, con materassi, cuscini e coperte per la notte.
La società che dovrebbe pagare gli stipendi si è dileguata, e il Comune, proprietario dell’impianto, non riesce più a trovare una soluzione. Così gli atleti hanno deciso di fare tutto da soli. Prima di iniziare l’occupazione, i calciatori hanno preso in giro per lo stadio cartelli e striscioni con la scritta in  «in vendita».
Le partite, soprattutto le trasferte,  si giocano solo grazie alle collette spontanee di tifosi e non manca il sostegno della città. Le bende e le garze e il materiale tecnico  sono state portate dai club organizzati. Le maglie sono state lavate grazie a tre bidoni di detersivo regalati dalla lavanderia del quartiere.  Ma la cosa peggiore è la trasferta: per i soldi che vanno recuperati ogni volta,  per gli insulti dei tifosi avversari. Ai soliti  sputi e insulti ora si aggiungono il lancio in campo di  monetine al grido di  falliti e morti di fame.
Non ostante i risultati del campo, la squadra è seconda, e forse grazie anche a questo i giocatori hanno deciso di dare un senale a tutto il pianta calcio seguendo l’esempio di tanti che nel mondo stanno lottando per i propri diritti e contro la crisi.

martedì 22 febbraio 2011

A Torino la questura istituisce una black-list di indesiderati

Inquietante decisione della Questura di Torino per quanto riguarda gli ultras del Torino. Pubblichiamo il comunicato della Curva Maratona distribuito nel giorno della partita Torino-Pescara.

"Attraverso il sito del Toro siamo stati informati circa due settimane fa che a partire dalla partita Torino-Pescara sarebbe stato operativo il programma "Questura on line", un programma, cioè, che avrebbe mandato i dati di ogni tifoso intento a comprare il biglietto direttamente alla questura, la quale avrebbe deciso in tempo reale se il tifoso in questione avesse o meno il diritto di andare allo stadio.
Arrivati all'ultimo giorno di prevendita prima della partita molte persone non hanno potuto fare il biglietto, in quanto, al momento di stamparlo gli veniva negato il permesso.
A molti tifosi senza alcun tipo di diffida o provvedimento, in corso viene vietato di poter entrare allo stadio, ovviamente si tratta di qualcosa di assurdo, oltre che di palesemente incostituzionale.
Pare che ci sia una sorta di lista di persone, molte delle quali hanno fatto la storia della Curva Maratona, a cui la polizia ha arbitrariamente deciso divietare l'ingresso allo stadio.
Uno stato nel quale la questura decide se un libero cittadino possa o meno recarsi in un luogo pubblico è uno stato di polizia, e questo fatto è di una gravità incredibile.
Per questo motivo invitiamo TUTTI i tifosi del Toro a RIMANERE FUORI dallo STADIO con noi domani.
La Curva Maratona infatti rimarrà vuota, è una decisone che prendiamo a malincuore ma ci sembra l'unica decisione possibile, non intendiamo entrare allo stadio quando ad altri tifosi viene ingiustamente tolto questo diritto.
Dopo la grande prova di unità che il popolo granata ha dato a Novara entrando allo stadio nonostante i divieti, chiediamo ora di rimanere tutti uniti per combattere questa nuova ingiustizia.

Contro lo stato di repressione."

Verità per Donato Bergamini

Un giornale dell'epocaLa storia incredibile di Donato “Denis” Bergamini: una vita volata via senza un perchè da oltre 20 anni, e finalmente all’orizzonte la riapertura (fortemente auspicata dalla famiglia, dalla politica bipartisan, e da un movimento popolare di diecimila persone) del caso giudiziario. E’ il 18 novembre 1989 quando Bergamini, giocatore e idolo della tifoseria del Cosenza, muore sulla statale 106 jonica. Secondo le testimonianze dell’epoca (in particolare dell’ex ragazza Isabella Internò che era con lui) il decesso avviene per suicidio, sotto la pioggia: l’uomo sarebbe finito sotto le ruote di un camion e poi trascinato per circa 64 metri. L’indagine viene archiviata dalla Procura di Castrovillari, ma quella tesi presenta molte contraddizioni e merita di essere rivista. “L’obiettivo è vicino”, ci dice l’avvocato dei Bergamini, Eugenio Gallerani. E Donata, sorella dell’ex calciatore originario di Boccaleone (Ferrara), ci racconta quanto sia forte la sete di verità.

lunedì 21 febbraio 2011

Independiente-Arr. Guerra 3-3

Gli spettatori neutrali di questa partita non si saranno certamente annoiati, un po' di rammarico in bocca invece è rimasto alla tifoseria independiente. Come magrissima consolazione si può dire che almeno è stato sfatato il tabù del campo di Sant'Agostino. Per la prima volta non abbiamo perso in casa: chissà che sia l'inizio di un cambiamento di tendenza. La situazione emergenziale della settimana scorsa si riduce con il rientro di alcuni giocatori. Nel primo tempo l'Independiente parte bene, davanti Piero e Pietro dialogano bene, arrivano spesso in area, ma manca sempre l'ultimo passaggio. Dietro, pur correndo qualche rischio, tutto sommato la situazione regge. Il giocatore avversario più forte, una punta esperta tecnica e veloce, sfrutta un errore difensivo, si invola verso la porta e batte Adi in uscita con un pallonetto. L'Independiente reagisce e Simo dopo un'azione molto confusa pareggia. La prima fazione di gioco termina in parità.
La ripresa parte subito con l'ennesimo gol di Piero che insacca a tu per tu con il portiere. Il gol avviene al primo minuto e metà tifoseria se lo perde, perchè ancora al bar. Probabilmente la rete del vantaggio arriva troppo presto, perchè l'Independiente  cerca di gestire il risultato, crea molte occasioni, ma non riesce mai a segnare il gol della tranquillità. A dire la verità Dennis di testa, dopo una serie di numeri di Piero, ce la fa, ma l'arbitro inspiegabilmente annulla. Insomma per tutto il secondo tempo si spreca parecchio e si commette l'errore di non chiudere la partita. Infatti al solito errore difensivo l'attaccante dell'Arr. Guerra è bravo a sfruttarlo e segnare il pareggio. Non si fa nemmeno in tempo a mettere la palla al centro che Piero ancora una volta trova il terzo gol: è 3-2. Finita qua? Magari, negli ultimi scampoli di partita l'ennesimo errore difensivo consegna la palla del 3-3 all'attaccante avversario. Peccato, poteva essere la prima vittoria casalinga, i segnali di miglioramento rispetto al girone d'andata sono evidenti, ora la sfida è quella di migliorarsi ancora ed acquisire quell'esperienza e quella dose di cinismo tale da chiudere le partite, quando se ne presenta l'occasione. Ci ha fatto piacere il terzo tempo alla fine della partita con gli avversari che hanno accettato il nostro invito. In ultima un pensiero a Virus che dovrà stare fermo parecchi mesi: non mollare! 

mercoledì 16 febbraio 2011

Riviera-Independiente 0-3

I bookmakers inglesi alla vigilia di questa partita probabilmente avrebbero dato la vittoria dell'Independiente a 10 a 1 e probabilmente il risultato 0-3 sarebbe stato pagato 30 a 1. L'Independiente, infatti, è scesa in campo senza un portiere di ruolo, senza tutto il centrocampo titolare e con alcuni giocatori lanciati in campo dall'inizio senza aver allenamenti sulle gambe eppure ha vinto meritatamente. La partita di sabato dimostra quanto sia determinante l'approccio alla partita, il livello di concentrazione e le motivazioni e questa volta la squadra è scesa in campo convinta e pronta a dare il massimo impegno. La partita nel primo tempo non ha visto prevalere nettamente nessuna delle due squadre, anche se l'Independiente ha fatto di più, sfiorando il gol in più occasioni come nel caso del clamoroso palo colpito da Jack a botta sicura sugli sviluppi di un corner. In difesa poi non si rischia nulla e Adi, nel ruolo improvvisato di portiere, non corre nessun pericolo. Verso la fine del primo tempo arriva il meritato vantaggio con l'ennesimo gol di Piero, che concretizza alla perfezione l'assist proveniente dalla fascia destra. Si va quindi a riposo in vantaggio. Ad inizio secondo tempo la tifoseria independiente accoglie la squadra con una fumogenata biancorossa d'altri tempi. Pur non correndo nessun pericolo, l'Independiente soffre un calo fisico e la squadra si allunga, di conseguenza sono necessari alcuni cambi per far riposare chi ha finito la benzina. Con il passare dei minuti gli spazi si allargano e le punte ospiti lanciate in contropiede e velocità fanno paura alla difesa del Riviera. Si fallisce in più occasioni il gol del raddoppio, sia Piero che Dennis soli davanti al portiere sbagliano di poco il pallonetto. Alla fine arriva il 2-0, ancora azione di rimessa e Matia trova un bolide che si insacca. In gradinata nessuno crede ai propri occhi e salgono più forti i cori. Nei minuti di recupero c'è pure tempo per il terzo gol. Ancora una volta galoppata sulla destra, cross rasoterra, Piero tenta il tacco "alla Crespo", liscia e la palla colpisce il difensore ed entra in rete. 3-0 e tutti a casa. La tifoseria dopo aver festeggiato con la squadra, non contenta di 70 minuti di tifo, decide di rimanere sugli spalti e seguire anche la partita juniores Riviera-Brendola tifando con un po' di gogliardia a caso per una delle due squadre in campo.
Grande prova di tutta la squadra, ora però non montiamoci la testa che ogni gara è una storia a parte.

venerdì 11 febbraio 2011

Il calcio rivoltato. La ribellione dei calciatori tunisini ed egiziani




di Mauro Valeri
Sono diversi i mass media che hanno evidenziato come alle proteste che stanno interessando diversi paesi del nord Africa abbiano partecipato o partecipino anche calciatori, allenatori e tifosi. In Tunisia, ad esempio, già nei primi gironi della protesta contro Ben Alì, c’era stata una decisa presa di posizioni da parte dei calciatori. Tra i primi a protestare sono stati i giocatori dell’Esperance Sportive de Tunis, la squadra più importante del paese.
Di fronte alla demenziale sproporzione tra la povertà di milioni di persone e lo stipendio di 70mila dollari al mese garantito dal presidente della squadra, Hamdi Meddeb, al nuovo allenatore, Nabil Maaloul, i calciatori hanno deciso una curiosa quanto efficace forma di sabotaggio: nella partita che li opponeva all’Etoile du Sahel, si sono fatti segnare ben cinque reti senza opporre alcuna resistenza.
Poi hanno deciso di fermare il campionato, anche per permettere a molti tifosi (e a molti degli stessi calciatori) di partecipare alle proteste di piazza. Solidale con il popolo e i manifestanti anche l’allenatore, Rabah Saadane (già ct della Nazionale algerina), che ha rinunciato a sedere sulla panchina dello Yemen con questo commento: “Ringrazio per l’offerta generosa, ma in questo momento è un insulto guadagnare altro denaro mentre la mia gente muore di fame per le strade”.
Una interessante versione magrebina del salary cap! Altrettanto curioso l’autoesonero del ct della Nazionale tunisina, Fouzi Benzarti all’indomani della caduta di Ben Alì. Dopo aver confessato che aveva accettato di fare l’allenatore solo perché obbligato dal dittatore, Benzarti ha lasciato l’incarico dichiarando: “Ora che non c’è più, mi sento libero come il mio popolo”. Libero anche di non essere più utilizzato per alimentare quel panem e circenses (sempre più “circo” e sempre meno pane, verrebbe da dire), a cui molti dittatori vorrebbero relegare il calcio. All’appello della piazza non sono mancati i tifosi, specie quelli delle due squadre di Tunisi, l’Esperance e il Club African, in genere molto propense a scontrarsi, che invece nei giorni della protesta hanno trovato parole d’ordine comuni: oltre a pane e lavoro, hanno manifestato per la “’libertà per gli ultrà incarcerati, l’abolizione del locale daspo e del divieto di introdurre (e usare) fumogeni negli stadi” (Il Manifesto, 26 gennaio 2011).
Al Cairo, invece, tra i milioni di manifestanti, sono state notate moltissime magliette rosse dell’Al-Ahly, la squadra della capitale, che è anche la più blasonata del paese e dell’intero continente. A mettersi in evidenza sono stati soprattutto gli Ultrà Ahlawy, il primo gruppo ultrà organizzato dell’Egitto (è stato fondato nel 2007), che ha aderito ufficialmente alla protesta di piazza. Alessandra Cardinale, su Il Fatto Quotidiano del 9 febbraio, riporta le parole di Assad, ventenne, presentato come “capo ultrà del Al-Ahly”: “Gli ultras sono tra le persone che protestano nelle strade e spesso siamo proprio noi a guidare i nostri fratelli e le nostre sorelle (…). Chi meglio di noi conosce i metodi della polizia? (…) Il governo ha avuto sempre paura di noi perché è difficile inquadrarci ideologicamente, per questo diamo fastidio”. Accanto ai tifosi, in piazza al Cairo, come ha ricordato Stefano Boldrini su La Gazzetta dello Spot dell’8 febbraio, è sceso anche Wael Gomaa, simbolo dell’Al-Ahly e della Nazionale (e per molti considerato l’attuale miglior difensore di tutta l’Africa): “Io sono al fianco del mio popolo. In Egitto ci sono troppe ingiustizie sociali, troppa disparità tra ricchi e poveri. Bisogna intervenire e pensare anche al futuro. I nostri giovani non hanno speranze nell’Egitto attuale: dobbiamo aiutarli… Mubarak ha fatto il suo tempo: l’Egitto non può più aspettare”. ”
Difficile immaginare simili situazioni in Italia, soprattutto vedere una partecipazione di giocatori e allenatori ai problemi del paese (è di fatto immaginabile un Del Piero che, nella trattativa per il suo nuovo ingaggio – quello scaduto era di 7.5 milioni di euro netti in due anni, cioè 312.500 euro al mese – faccia un gesto di solidarietà verso gli operai Fiat o i precari di Torino!). Che il futuro sia nelle mani degli ultras?

Ci risiamo...

Ogni partita della nazionale italiana è diventata la cassa di risonanza, il palcoscenico mediatico della propaganda fascista e razzista degli Ultras Italia. Si è già scritto in questo blog cosa ci sia dietro a questo "progetto". Non ci interessa entrare nel merito storico della complessa vicenda delle foibe, ma è evidente come lo striscione "Onore ai martiri delle foibe" esposto mercoledì sera durante Germania-Italia sia l'ennesimo tentativo di ottenere visibilità da parte dell'estrema destra italiana presente nelle curve. E' ora di dire basta con queste pagliacciate.

mercoledì 9 febbraio 2011

Independiente-Sant'Agostino 2-4

Di solito il campo di casa è il tuo fortino, il tuo punto di forza, l'Independiente riesce a rovesciare anche questa certezza del calcio. Quando giochiamo a Sant'Agostino non abbiamo mai fatto punti. 5 partite e 5 sconfitte e in alcuni casi anche nette. Purtroppo domenica il trend negativo si è prolungato per la gioia dei "cugini" del Sant'Agostino Asca. L'Independiente scende in campo in formazione rimaneggiata, infatti manca la coppia centrale di centrocampo, Dennis più altri che tra influenza e lavoro sono indisponibili. La partita prende una brutta piega immediatamente. Purtroppo in un normale contrasto di gioco Virus in uscita impatta con l'attaccante avversario e si fa male al ginocchio. Si intuisce subito che non si tratta di una semplice botta e grazie a una barella umana fatta da giocatori dell'Independiente e dell'Asca, Virus viene portato fuori dal campo e portato immediatamente al pronto soccorso. Non avendo purtroppo il portiere di riserva, Gabriel si improvvisa difensore dei pali. L'Independiente risente del colpo e poco tempo subisce tre gol da parte dell'Asca. Il passivo è pesante e giusto, perchè l'Independiente è stato inesistente in campo. Sicuramente le assenze e la fuoriuscita di Virus hanno influito, ma non sono una scusante. Per fortuna il secondo tempo è tutt'altra storia. La squadra di casa entra con un altro spirito e tenta l'impossibile rimonta, sfiorandola. Infatti Piero indovina due fantastici gol e porta il risultato sul 3-2. Il sogno del pareggio dura poco, perchè su una dormita difensiva su calcio d'angolo il Sant'Agostino segna il 4-2. Prima del fischio finale viene annullato il possibile 4-3, perchè la punizione di Simone non era di prima, bensì di seconda.
Alla fine della partita si è svolto il terzo tempo con la squadra dell'Asca, che ha risposto molto bene al nostro invito e ciò ci ha fatto molto piacere.
Ora la strada in campionato dell'Independiente si fa difficile, senza portiere e con una lunghissima lista di infortunati. Sabato in casa del Riviera sarà molto dura...

giovedì 3 febbraio 2011

Mosca 1939. Dinamo-Spartak 0-1, una storia di calcio e ribellione...

Spartak_squadra

Cosa c’entra il calcio con gli intrighi di potere della nomenklatura stalinista degli anni ’30? Perché il nome di una delle più importanti squadre di calcio moscovite evoca il leggendario Spartaco, e la grande rivolta degli schiavi che portò alla terza guerra servile?



Fin dai tempi dell’antica Roma, il potere ha interpretato le grandi manifestazioni sportive di massa come luogo di costruzione del consenso. Dalle Satire di Giovenale è giunta fino ai nostri giorni la locuzione latina panem et circenses, che richiama una pratica politica, inaugurata durante il periodo repubblicano e proseguita durante tutta l’epoca imperiale, che vedeva i personaggi pubblici offrire derrate alimentari – panem – e spettacoli gladiatorii o di corsa dei cavalli – circenses – alla plebe per guadagnare popolarità.
Non c’è dubbio che il potere abbia spesso beneficiato dell’organizzazione di grandi manifestazioni sportive per rinsaldare la propria base di consenso. Per fare soltanto un esempio, si è sempre pensato che la giunta militare golpista che ha guidato l’Argentina dal 1976 al 1983 non sarebbe sopravvissuta senza l’iniezione di popolarità dovuta alla vittoria, da parte della nazionale albicieleste, della finale dei mondiali di calcio del 1978, giocata in quello stesso stadio di Buenos Aires nel quale centinaia di dissidenti sarebbero poi stati torturati e giustiziati. E tuttavia, proprio la grande popolarità di alcuni personaggi sportivi ha spesso reso possibili aperte sfide al potere.

mercoledì 2 febbraio 2011

Auguri Gabriel!



Tutta la squadra e la crew dell'Independiente fa tantissimi auguri a Gabriel e famiglia per il matrimonio. Siamo stati felicissimi ed onorati di essere stati presenti alla cerimonia e di aver partecipato come ospiti d'onore alla festa del matrimonio insieme alla comunità nigeriana di Vicenza.
AUGURI GABRIEL LA LA LA LA LA AUGURI GABRIEL LA LA LA LA LA....

Independiente-San Francesco 3-1



Il campo di Povolaro porta bene all'Independiente e ispira particolarmente anche la tifoseria che riesce a tirar fuori il meglio di sè. L'Independiente arriva a questo recupero di una partita del girone d'andata con alcune assenze importanti a centrocampo e in difesa. Di fronte un avversario, il San Francesco, tra le prime in classifica e con un attacco tra i più prolifici. L' Independiente c'è e conduce il gioco, Piero crea alcune importanti occasioni da gol, che per la bravura del portiere avversario non si traducono in rete. A metà primo tempo incredibilmente viene fischiato un rigore a nostro favore. Incredibilmente, perchè è il primo e unico del girone d'andata.Come si conclude il primo rigore della storia dell'Independiente? Ovviamente sbagliandolo: Simo parte dagli undici metri e tira una bordata, che si stampa sulla traversa! "Gol fallito gol subito" recita una vecchia legge del calcio ed infatti poco dopo su un errore di disimpegno difensivo il terzino destro del San Francesco trova il tiro della vita che si infila all'incrocio dei pali. Nonostante aver dominato il primo tempo, l'Independiente va al riposo in svantaggio.
L'inizio della ripresa trova assente l'Independiente, che non riesce a reagire e si trova in difficoltà, nonostante la superiorità numerica. Per fortuna sugli sviluppi di un calcio d'angolo ci pensa "come è bello Jack Nardello" a far esplodere la tifoseria independiente con un incredibile gol al volo di destro in mezzo all'area: palla al sette e parità ristabilita.
Qui oltre a crescere l'incitamento della tifoseria, cresce anche la squadra che trova il gol del vantaggio con un diagonale preciso di Piero. E' 2-1, delirio in curva... Sul finire della partita su un'uscita incerta del portiere Piero ne approfitta e insacca il terzo gol: 3-1. Nessuno ci crede, scoppia un petardo che manda le squadre negli spogliatoi. A fine partita gran gioia per la vittoria che si traduce in lauti guadagni per il barista del campo.