martedì 22 gennaio 2013

Razzismo a Thiene

Dal Corriere del Veneto 11/01/13... effetto boateng...

Frasi razziste dagli spalti
Il giocatore ghanese si fa sostituire
Il Boateng di Thiene vittima di insulti. Il tifoso fugge. Episodio simile a quello capitato al giocatore del Milan. La vittima: «Ho pianto»
THIENE — Insultato dagli spalti, mentre era in campo a giocare la partita di calcio. «Negro di m…, sporco negro, vattene in Africa a piantare banane… ». Lui, 24 anni, prima fa cenno allo spettatore di starsene zitto, poi tenta di rispondergli dal tappeto verde. Ma le pesanti offese razziste non si placano e il giocatore, fuori di sé dalla rabbia, si fa sostituire per raggiungere di corsa gli spalti. Peccato che, colui che fino a poco prima lo aveva oltraggiato fosse già sparito. «In quel momento ero molto, molto arrabbiato - racconta Emmanuel Kofi Osei, centrocampista ghanese di 24 anni - non lo avrei affrontato ma gli avrei chiesto spiegazioni per quelle frasi che mi hanno fatto male e piangere dalla rabbia. Denunciarlo? Non è stato identificato ma se anche sapessi il suo nome non lo farei comunque: le persone ignoranti vanno lasciate nella loro ignoranza. Ma le scuse sì, le pretenderei».
Oltre un mese prima dei cori razzisti rivolti a Boateng, un’altra vergognosa sceneggiata aveva rovinato una domenica di calcio giocato. Solo che la partita non si era fermata, il gesto di ribellione dei giocatori del Milan, che per protesta hanno abbandonato il campo, non aveva ancora riempito le pagine dei giornali. A Thiene, lontano dalle telecamere, si è fermato Kofi. È accaduto su un campo provinciale, il che non cambia la gravità dell’episodio, lo ha solo fatto passare sotto silenzio. Almeno fino a ieri, fino a quando qualcuno lo ha confidato al quotidiano web thieneonline. it. Era domenica 18 novembre, e due formazioni di seconda categoria si affrontavano sul tappeto verde del Santo a Thiene, nella città che ha coniato il codice etico nello sport, iniziativa premiata di recente dal Centro Sportivo Italiano. Vittima degli insulti razzisti Emmanuel Kofi Osei, centrocampista ghanese di 24 anni, giocatore del Toniolo calcio Thiene, impegnato contro il Fara.
Un uomo di mezza età seduto sugli spalti gli ha urlato i peggiori appellativi, gesticolando come volesse mandarlo via. A trattenere e a consolare il ghanese ci hanno pensato i compagni e i dirigenti della squadra. «Ho pianto dalla rabbia, gli insulti erano rivolti solo a me, per il colore della pelle - assicura il giovane, in attesa della cittadinanza - non so il motivo di tanta cattiveria, forse solo perché stavamo vincendo. È assurdo che esista ancora il razzismo, mi sono sentito discriminato. In 12 anni che sono in Italia non mi è mai capitato nulla del genere». Nei giorni scorsi è accaduto anche ai giocatori del Milan. «Scontato il riferimento al sottoscritto - dice Emmanuel - ho pensato, bè se capita anche a loro… Ma non che fossi contento, anzi. Nel resto del mondo questo non accade,ma c’è sempre qualche stupido». Operaio, da un anno ha lasciato la casa dove viveva con genitori e tre fratelli a Piovene, per trasferirsi a Thiene, città in cui l’assessore allo sport, Giampi Michelusi, ha proposto un codice etico sportivo da rispettare, pena il taglio dei contributi alle società. «La comunità, l’amministrazione è tutta con lui, è fiera di lui - tuona Michelusi - Sono sicuro che rimarrà un episodio isolato, di una testa calda». Stesse convinzioni del presidente del Toniolo Calcio, Fabio Munaretto: «Opera di un teppista maleducato, un ignorante, di certo estraneo alle squadre e tifoserie. Dai filmati delle telecamere non siamo riusciti a identificarlo, ma dovrebbe vergognarsi. Quelle parole hanno offeso tutta la squadra, non solo Emmanuel. In episodi come questi, dovrebbero intervenire le forze dell’ordine».

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