Dal Corriere del Veneto 11/01/13... effetto boateng...
Frasi razziste dagli spalti
Il giocatore ghanese si fa sostituire
Il Boateng di Thiene vittima di insulti. Il tifoso fugge. Episodio
simile a quello capitato al giocatore del Milan. La vittima: «Ho pianto»
THIENE — Insultato dagli spalti,
mentre era in campo a giocare la partita di calcio. «Negro di m…, sporco
negro, vattene in Africa a piantare banane… ». Lui, 24 anni, prima fa
cenno allo spettatore di starsene zitto, poi tenta di rispondergli dal
tappeto verde. Ma le pesanti offese razziste non si placano e il
giocatore, fuori di sé dalla rabbia, si fa sostituire per raggiungere di
corsa gli spalti. Peccato che, colui che fino a poco prima lo aveva
oltraggiato fosse già sparito. «In quel momento ero molto, molto
arrabbiato - racconta Emmanuel Kofi Osei, centrocampista ghanese di 24
anni - non lo avrei affrontato ma gli avrei chiesto spiegazioni per
quelle frasi che mi hanno fatto male e piangere dalla rabbia.
Denunciarlo? Non è stato identificato ma se anche sapessi il suo nome
non lo farei comunque: le persone ignoranti vanno lasciate nella loro
ignoranza. Ma le scuse sì, le pretenderei».
Oltre un mese prima dei cori
razzisti rivolti a Boateng, un’altra vergognosa sceneggiata aveva
rovinato una domenica di calcio giocato. Solo che la partita non si era
fermata, il gesto di ribellione dei giocatori del Milan, che per
protesta hanno abbandonato il campo, non aveva ancora riempito le pagine
dei giornali. A Thiene, lontano dalle telecamere, si è fermato Kofi. È
accaduto su un campo provinciale, il che non cambia la gravità
dell’episodio, lo ha solo fatto passare sotto silenzio. Almeno fino a
ieri, fino a quando qualcuno lo ha confidato al quotidiano web
thieneonline. it. Era domenica 18 novembre, e due formazioni di seconda
categoria si affrontavano sul tappeto verde del Santo a Thiene, nella
città che ha coniato il codice etico nello sport, iniziativa premiata di
recente dal Centro Sportivo Italiano. Vittima degli insulti razzisti
Emmanuel Kofi Osei, centrocampista ghanese di 24 anni, giocatore del
Toniolo calcio Thiene, impegnato contro il Fara.
Un uomo di mezza età seduto sugli
spalti gli ha urlato i peggiori appellativi, gesticolando come volesse
mandarlo via. A trattenere e a consolare il ghanese ci hanno pensato i
compagni e i dirigenti della squadra. «Ho pianto dalla rabbia, gli
insulti erano rivolti solo a me, per il colore della pelle - assicura il
giovane, in attesa della cittadinanza - non so il motivo di tanta
cattiveria, forse solo perché stavamo vincendo. È assurdo che esista
ancora il razzismo, mi sono sentito discriminato. In 12 anni che sono in
Italia non mi è mai capitato nulla del genere». Nei giorni scorsi è
accaduto anche ai giocatori del Milan. «Scontato il riferimento al
sottoscritto - dice Emmanuel - ho pensato, bè se capita anche a loro… Ma
non che fossi contento, anzi. Nel resto del mondo questo non accade,ma
c’è sempre qualche stupido». Operaio, da un anno ha lasciato la casa
dove viveva con genitori e tre fratelli a Piovene, per trasferirsi a
Thiene, città in cui l’assessore allo sport, Giampi Michelusi, ha
proposto un codice etico sportivo da rispettare, pena il taglio dei
contributi alle società. «La comunità, l’amministrazione è tutta con
lui, è fiera di lui - tuona Michelusi - Sono sicuro che rimarrà un
episodio isolato, di una testa calda». Stesse convinzioni del presidente
del Toniolo Calcio, Fabio Munaretto: «Opera di un teppista maleducato,
un ignorante, di certo estraneo alle squadre e tifoserie. Dai filmati
delle telecamere non siamo riusciti a identificarlo, ma dovrebbe
vergognarsi. Quelle parole hanno offeso tutta la squadra, non solo
Emmanuel. In episodi come questi, dovrebbero intervenire le forze
dell’ordine».
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