martedì 19 giugno 2012

Un permesso umanitario per non morire

Il Welcome Team Vicenza partecipa in massa a questa importante partita, che stavolta non si gioca con le scarpe e il pallone...

L’appello dell’Assemblea dei richiedenti asilo per costruire una grande giornata di mobilitazione per il rilascio dei permessi di soggiorno umanitari ai profughi scappati dalla guerra in Libia. Aderisce la Rete Welcome NordEst
MERCOLEDÌ 20 GIUGNO, ORE 16.30 – p.zza Dante, TRENTO in occasione della GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO

MANIFESTAZIONE “UN PERMESSO UMANITARIO PER NON MORIRE”

L’8 maggio 2012 a Trento un gruppo di ragazzi fuggiti dalla guerra in Libia si sono incontrati con alcune sorelle e alcuni fratelli italiani dando vita all’assemblea dei richiedenti asilo.
Quest’esperienza ha permesso a tutti noi di conoscerci, confrontarci e discutere sulle difficoltà di chi – ospitato nel nostro paese all’interno del progetto “Emergenza nordafrica” – si trova di fronte all’impossibilità di immaginare il proprio futuro perché privo del permesso di soggiorno umanitario, condizione minima quanto indispensabile per una prospettiva di vita dignitosa e attiva. Nella situazione di crisi in cui ci troviamo tutti, vogliamo contribuire a realizzare insieme la comune società del futuro.
Invitiamo tutte le donne e tutti gli uomini solidali a partecipare ad una manifestazione che l’assemblea vuole pacifica e determinata affinchè il governo italiano provveda immediatamente al rilascio del permesso di soggiorno umanitario a tutti coloro che sono stati costretti a fuggire dalla Libia a causa della guerra, attraverso l’istituzione della protezione temporanea (art. 20 T.U.) o delle altre forme previste dall’ordinamento giuridico.
Una questione di dignità, di democrazia e di giustizia.
Le parole dei richiedenti asilo
Siamo ragazzi arrivati dalla Libia a causa della guerra che c’è stata lo scorso anno, una guerra che ci è esplosa sopra le teste.
Siamo dovuti scappare abbandonando tutto quello che avevamo.
Eravamo arrivati in Libia dopo aver lasciato i nostri paesi d’origine per motivi diversi e là abbiamo trovato lavoro. I nostri Paesi d’origine sono molti: Bangladesh, Benin, Burkina Faso, Camerun, Ciad, Congo, Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea Bissau, Libia, Mali, Marocco, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Siria, Somalia, Sudan. In Libia avevamo potuto costruirci una vita con delle certezze. Nessuno aveva mai pensato di venire in Italia o in Europa. Solo la guerra ci ha costretto ad imbarcarci, ad attraversare il Mediterraneo, rischiando la vita per scappare dalle bombe. Altri nostri fratelli sono riusciti a ritornare nei propri paesi di origine, ma per noi questo non è stato possibile. Pensate che se avessimo potuto rientrare nei nostri paesi, dalle nostre famiglie, ora saremmo qua? Non c’è niente come la propria casa!
Siamo stati costretti ad affrontare una scelta inevitabile, il mare aperto che, alcuni di noi, non avevano mai visto nella propria vita e di cui erano terrorizzati. Molti, purtroppo, non ce l’hanno fatta.
Non possiamo tornare in Libia dove vivevamo da anni. Lì rischiamo la vita, perché, dopo che è scoppiata la guerra, la situazione per noi stranieri è diventata pericolosa. Tanti credevano che noi fossimo mercenari di Gheddafi. Non possiamo tornare nei nostri paesi d’origine per problemi politici e sociali. Non possiamo rimanere in Italia perché, senza permesso di soggiorno, saremo clandestini e trattati come criminali: questa non è vita.
Siamo bloccati, in attesa di una risposta che non si sa quando arriverà. Senza documenti come si vive? Cosa si può fare?
Nella situazione di vuoto ed incertezza in cui ci troviamo la tristezza, la delusione, la frustrazione, il senso d’impossibilità ci stanno trascinando nella depressione.
Un nostro fratello, triste, deluso e disperato, senza nessuna speranza, ha cercato di togliersi la vita.
NON POSSIAMO E NON E’ GIUSTO CONTINUARE A NON VIVERE!
Vogliamo una vita degna di questo nome!
Abbiamo bisogno di documenti per ricostruire la nostra vita e immaginare il nostro futuro. La legge italiana prevede la concessione del permesso di soggiorno per scopi umanitari a chi scappa da una guerra, ma per noi non è stato così. L’unica cosa che abbiamo potuto tentare è stata la richiesta di asilo, ma il percorso è lungo, costoso e dall’esito incerto. Per molti di noi infatti la risposta è stata negativa e ci troviamo al punto di partenza.
Invitiamo tutte le donne e gli uomini solidali a partecipare alla manifestazione affinché ci venga data la possibilità di costruire la nostra vita, ci venga rilasciato un permesso che ci permetta di trovare un lavoro e vivere con dignità. Potremmo così contribuire a realizzare insieme la società del futuro.
Siamo uomini capaci ed intelligenti con tanta voglia di vivere liberi, lontani dalla guerra e lavorare in un mondo giusto!
Assemblea dei richiedenti asilo
assemblearichiedentiasilo@gmail.com
Trento, giugno 2012

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