giovedì 29 settembre 2011

Arbitro marocchino insultato per le sue origini

 Oggi sul Giornale di Vicenza viene riportato l'ennesimo episodio di razzismo verificatosi nei campetti di provincia durante i campionati minori. Il dirigente è stato giustamente squalificato ad un anno per insulti verso l'arbitro di origine marocchina. Interessante la dichiarazione del presidente, che promette di scusarsi, ma aggiunge da un lato che l'arbitro sotto sotto se l'è cercata perchè sbagliava e dall'altro perchè ammette che nei campetti gli insulti razzisti sono diffusi e molto praticati.
Ultima considerazione, a parte il fatto che non si insulta l'arbitro, ma se proprio proprio non ci si trattiene, bisogna per forza tirare in ballo le origini razziali o il colore della pelle oppure basta il classico "arbitro cornuto", "venduto" o "di merda"?

IL CASO. Punito un dirigente del Molina (Seconda). Il club si scusa, ma ritiene severa la sanzione

«Ma torna in Marocco...»

«Torna in Marocco». Una frase dal sen fuggita diverse volte, prima in campo e poi in tribuna, a Giampaolo Natoldi, dirigente del Molina di Malo, e perciò costata davvero cara: un anno di squalifica.
Destinatario dell'invito, a termini di regolamento di sentore razzista, il ventenne arbitro della sezione di Bassano del Grappa Amine Ezzarzouri, reo con tutta probabilità di non aver concesso un rigore dopo 2' ai locali nella sfida poi persa 1-0 in casa contro il Colceresa (Seconda girone E ).
Già studente di ragioneria all'istituto Einaudi e poi iscritto alla facoltà di Economia a Venezia, conosciuto e apprezzato al pari della sua famiglia in quel di Nove, il fischietto bassanese di origine nordafricana non ha potuto fare altro che segnalarlo nel referto, anche perché, stando allo stesso, il tesserato «rientrato in campo a fine gara, si rifiutava categoricamente di uscirne».
Bocche naturalmente cucite all'Aia bassanese, con il presidente Nicola Pellizzari trinceratosi dietro un «no comment» ma sulla vicenda non esita ad intervenire Marziano Conzato, presidente factotum della società maladense.
«Innanzitutto - dice - manderò una lettera all'Aia per scusarci. Il nostro dirigente ha sbagliato ed è giusto che paghi, siamo una società seria e dobbiamo comportarci sempre con rispetto. Mi sembra però che la punizione sia un po' pesante». Nessun cerchiobottismo, Conzato è chiaro: «Natoldi lavora con noi da 15 anni e probabilmente ha avuto una giornata storta, però gli arbitri possono sbagliare. Io sono sempre perchè siano tutelati. Certo, quel rigore era netto - continua Conzato - e poteva magari cambiare il corso della gara, ma non abbiamo perso per questo. Però pretendo che anche gli arbitri siano preparati e che vi sia parità di trattamento. Ci vuole educazione, siamo d'esempio per i giovani, però non c'è stata violenza. Mi auguro che questo metro valga per tutti: visto quello che si vede sui campi mi viene da dire che chi è senza peccato scagli la prima pietra».

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